Si chiama Tabebuia avellanedae, ma è più nota con il suo nome popolare lapacho. E' un arbusto sudamericano che ha dimostrato durante studi in vitro e in vivo di proteggere le cellule umane da alcuni tipi di tumore.
Nell'ambito di un progetto di ricerca sulla pianta Tabebuia avellanedae, nota nella medicina tradizionale di Brasile e Argentina per le sue proprietà immunostimolanti e antinfiammatorie, localmente nota come lapacho o pau d'arco, sono state analizzate le possibili attività antitumorali. Di questa pianta, già utilizzata da almeno cinquecento anni nei paesi di origine, viene utilizzata la corteccia interna del tronco, venduta in tutto il mondo per le sue proprietà salutistiche.
L'estratto secco è ricco soprattutto nel principio attivo naftofurandione (NFD) che ha dimostrato durante questi studi, tanto in vitro che in vivo, di contrastare l'insorgenza e lo sviluppo di carcinomi. Lo studio in vitro è stato effettuato utilizzando un nuovo sistema di screening che evidenzia la presenza di molecole in grado di agire come agenti chemiopreventivi e promotori anti-tumorali. In vivo si è utilizzato un modello di carcinoma della pelle nel topo.
I risultati sottolineano che il principio attivo NFD contenuto in questa specie manifesta significativa azione antitumorale e chemiopreventiva, probabilmente connessa con l'azione antinfiammatoria da tempo nota.
La notizia è stata pubblicata nel 2007 su Planta Medica da Tokuda H. e Iida A., ricercatori presso la Kyoto Prefectural University of Medicine e la Takasaki University of Health and Welfare, entrambe site in Giappone.
A breve verrà pubblicata una breve monografia su questa specie.
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