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lunedì 27 febbraio 2012

Coltivare la calendula, come e perchè

Proprio in questi giorni di luna crescente, tra febbraio e marzo, è il periodo ideale per seminare la calendula, un'umile pianta dai bellissimi fiori arancio, che gode di numerose proprietà medicinali. Se avete a disposizione un terreno, un giardino, un piccolo terrazzo o anche un vaso sul balcone non esitate a mettere qualche seme di questa pianta dalle pochissime esigenze, vi regalerà fioriture vistose e un economico rimedio per le infiammazioni della pelle, i dolori mestruali femminili e gli occhi arrossati.

Proprio per via dell'acceso colore dei suoi fiori, la calendula è anche conosciuta con il nome popolare di "fiorrancio". Cresce ovunque, si trova allo stato spontaneo sui terreni asciutti, al limite delle formazioni rocciose, sulle pendici dell'Etna è ben presente, sebbene la calendula selvatica abbia fiori molto più piccoli di quella coltivata e pertanto può risultare meno redditizia al raccolto.
I fiori sbocciano in primavera, seminando in questo periodo ci vorranno circa 60-70 giorni dalla semina. Sono apicali e durano alcuni giorni sugli steli. Andrebbero raccolti appena sbocciati, possibilmente al mattino presto in giornate non ventose.
Il seme è rugoso, a forma di mezzaluna ed è contenuto nel calice di colore verde. Quando la raccogliete utilizzate preferibilmente dei guanti, perchè tutta la pianta è coperta da una fitta peluria e ghiandole che la rendono appiccicosa a causa di una sostanza resinosa che secernono.
Va coltivata di preferenza in terreni sciolti, se ben lavorati meglio, avrà una germinazione più uniforme. L'esposizione è a sud, in pieno sole. Il seme va interrato 1-2 cm, può essere seminato a spaglio o meglio a righe. Se seminata al limite dell'orto avrà anche una buona influenza sulle altre piante, avendo una certa propensione ad allontanare gli insetti nocivi.
I fiori di calendula appena raccolti vanno essiccati o utilizzati tal quali. Nel primo caso sarebbe bene stenderli in strati sottili all'ombra, per 2-3 giorni in base all'umidità dell'aria. Quando sono sufficientemente secchi di conservano in sacchetti di carta o in barattoli di vetro (solo se veramente ben essiccati). In questo modo possono essere usati prevalentemente per tisane da usare come bagni oculari per occhi arrossati o per tisane analgesiche per trattare i disturbi mestruali femminili.
I fiori freschi possono essere usati per preparare l'olelito di calendula o per la tintura madre. Il primo ha un ottimo potere disinfiammante da usarsi esternamente in piaghe, arrossamenti cutanei, eritemi, eczemi e così via. Si prepara con 100g di fiori freschi per 400g di olio vegetale (extravergine di oliva, mandorle, girasole o altro). Si aggiunge un pizzico di sale da cucina, quindi si copre il contenitore con un velo di garza o materiale equivalente che permetta la traspirazione e si lascia macerare al sole per almeno un mese, quindi si filtra pressando bene i fiori e si conserva in flaconi di vetro scuro. Se ben fatto si conserverà per almeno un anno.
La tintura madre si prepara con 100g di fiori freschi da porre in infusione in circa 220 ml di alcol preparato a 60%vol. Per fare questo prendete circa 110g di alcol buongusto (quello a 95 gradi che trovate al supermercato) e 90 g di acqua, mescolando bene il tutto. L'infusione nella soluzione idroalcolica dovrà durare tradizionalmente 21 giorni, agitando quotidianamente, ma se la tenete di più sarà solo più forte. Quando deciderete che è il momento giusto, filtrate il liquido e spremete il residuo dei fiori. La tintura si può usare esternamente come antinfiammatorio locale, internamente è molto utile come antispasmodico specialmente per i dolori mestruali femminili. Si conserverà in un barattolo scuro per diversi anni.

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